Foto D'Arte Firenze - Il blog di Foto D'Arte Firenze - Ultimi Articoli

Con una superficie più che raddoppiata rispetto alla vecchia sede, il 29 ottobre 2015 il Museo dell'Opera del Duomo ha mostrato per la prima volta il suo nuovo volto al pubblico.

25 sale, disposte su tre piani, ospitano circa 750 opere tra statue, rilievi in marmo, bronzo e argento, tra cui capolavori di Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo GhibertiAndrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia, Andrea del Verrocchio e molti altri ancora.

 Arnolfo di Cambio, Angelo Adorante                                       © Foto D'Arte Firenze

Un allestimento spettacolare, capace di valorizzare opere uniche al mondo, frutto di un restauro durato tre anni, molte originariamente concepite per stare insieme, ma successivamente disperse in attesa di una collocazione più ampia e definitiva, altre addirittura inedite, come i settanta frammenti della facciata medievale del Duomo.

In particolare, al piano terra tornano a splendere la Maddalena penitente di Donatello, la Porta del Paradiso e la Porta Nord del Battistero, di Lorenzo Ghiberti, il cui restauro ha consentito il recupero dell'oro che ne ricopriva le sculture, dopo sei secoli dalla sua realizzazione.

Al piano superiore, è allestita la Galleria del Campanile di Giotto, con 16 statue a grandezza naturale, tra le quali spiccano i Profeti di DonatelloAbacuc e Geremia, e i 54 rilievi scultorei originali che la adornavano. La Galleria della Cupola del Brunelleschi ospita invece i modelli lignei del '400, materiali e attrezzi usati per la costruzione della Cupola e la maschera funebre del grande architetto fiorentino. Segue poi la Galleria delle Cantorie di Donatello e Luca della Robbia e la Sala dell’Altare d’argento dove sono esposte le opere che facevano parte del Tesoro del Battistero. Il secondo piano, infine, ospita una galleria di opere del tardo '500 e primo '600 e una stanza con vista privilegiata sulla Cupola del Brunelleschi.

Ma a destare stupore, nel nuovo assetto del Museo, è soprattutto il modello in resina e polvere di marmo in scala 1:1 dell'antica facciata medievale del Duomo, progettata da Arnolfo di Cambio. E' in questa colossale ricostruzione che sono riposte le aspettative maggiori da parte di monsignor Timothy Verdon, storico dell'arte e direttore della nuova struttura: "Firenze, città ricca di glorie antiche - spiega - ha bisogno di grandi iniziative moderne e il nuovo Museo dell'Opera, una struttura spettacolare di qualità mondiale, è la più importante iniziativa fiorentina degli ultimi anni".

Un progetto ambizioso e ben riuscito, quello della facciata, a cui Foto D'Arte Firenze ha dato il suo contributo, con una campagna fotografica con cui sono state ritratte, da vari punti di ripresa, alcune delle statue che originariamente occupavano le nicchie della facciata stessa. Le immagini ottenute sono state usate come modelli digitali per la rifinitura delle scansioni 3D delle statue, che hanno ritrovato la loro esatta collocazione nella fedele riproduzione dell'antica facciata.

Per noi di Foto D'Arte Firenze, un altro incarico importante, che rinnova e rafforza il nostro impegno per la valorizzazione e la conservazione dell'immenso patrimonio artistico e culturale della nostra città.


Cristian Ceccanti fotografo | Foto D'Arte Firenze  @ UIA Università Internazionale dell'Arte @ ART DEFENDER @ Depositi Via dei Marignolli, con la preziosa collaborazione di Moreno Bardazzi e Simone Baroncelli 


Di seguito i link ad alcuni articoli che parlano dell'inaugurazione del nuovo Museo e della sua storia.

Corriere della Sera | Viaggi | Firenze: Inaugura il nuovo Museo dell'Opera del Duomo

Repubblica | Firenze | Le meraviglie del nuovo Museo dell'Opera del Duomo

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Pubblicato in Eventi

Dopo il primo volume della serie Fasto Privato - La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, prosegue il percorso editoriale dell'Ente Cassa volto a diffondere la conoscenza dei cicli di pittura murale presenti nelle ville e nei palazzi di Firenze fra la metà del Seicento e l'inizio dell'Ottocento.


Se il primo libro passava in rassegna i più alti esempi di pittura di quadratura, il secondo volume dedica maggiore attenzione ai cicli figurativi, bisognosi di ulteriori approfondimenti dopo il recente riconoscimento, da parte della storiografia artistica, della qualità delle opere murali risalenti al tardo barocco e neoclassicismo toscano.

© Foto D'Arte Firenze - 2015

La ricerca ha dato vita ad un viaggio appassionante nelle maggiori residenze nobiliari fiorentine e toscane che, grazie al prezioso contributo dei maggiori studiosi di storia dell'arte, ha portato alla luce un patrimonio di invenzioni figurative in alcuni casi pressoché sconosciuto al grande pubblico.

© Foto D'Arte Firenze - 2015

Un'esplorazione molto impegnativa, condotta attraverso una "ricognizione sistematica dei principali edifici nobiliari privati, ognuno dei quali, per storia e destinazione, presentava specifiche problematiche di accesso e di predisposizione dell'apparato iconografico", come sottolineato nella presentazione del volume da Umberto Tombari, Presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.


© Foto D'Arte Firenze - 2015

Ne è scaturita una pubblicazione assai pregevole, caratterizzata da una puntuale trattazione scientifica da parte degli autori, coordinati scrupolosamente da Mina Gregori, e da un corredo fotografico ricco ed inesplorato, firmato ancora una volta da Foto D'Arte Firenze.

© Foto D'Arte Firenze - 2015

Con il nuovo volume di Fasto Privato, si rinnova dunque la nostra prolifica collaborazione con la collana di Edifir, che si è tradotta per noi nella stimolante opportunità di illustrare opere e decorazioni di grande pregio attraverso una campagna fotografica condotta in numerosi palazzi e ville della Toscana, luoghi che in gran parte conservano ancora intatto il fascino originario. 




Cristian Ceccanti fotografo | Foto D'Arte Firenze  con la preziosa collaborazione di Moreno Bardazzi e Simone Baroncelli


Questo, nel dettaglio, l'elenco degli edifici nobiliari visitati durante la nostra campagna fotografica: Palazzo Antinori, Palazzo Viviani, Palazzo Rimbotti, Palazzo Compagni, Palazzo Orlandini del Beccuto, Palazzo Marucelli, Palazzo Federighi, Palazzo Aldobrandini, Palazzo Niccolini, Palazzo Del Chiaro Tolomei Biffi, Palazzo Del Sera Pitti, Palazzo Gerini Bonciani, Palazzo Minerbetti, Palazzo Arrighetti, Palazzo di Sforza Almeni, Palazzo Mondragone/Loggia Peyron, Palazzo Gerini, Palazzo Capponi all'Annunziata, Palazzo Tolomei, Palazzo Albergotti, Palazzo Bartolini Torrigiani - Firenze; Villa Antinori del Cigliano e Villa di Poggio Torselli - a San Casciano in Val di Pesa; Villa Panciatichi - Montebuono (PT); Villa La Zambra - Sesto Fiorentino (FI); Villa Salingrosso - Sammontana, Comune di Montelupo Fiorentino (FI)

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Pubblicato in Fotografia per l'arte

Verrà presentato sabato 18 aprile, presso l'Auditorium dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, il volume Giuliano da Sangallo, la monografia completa dell'architetto, ingegnere e scultore fiorentino curata da Sabine Frommel ed edita da Edifir - Edizioni Firenze

Figura eclettica nel panorama artistico fiorentino della seconda metà del XV secolo, Giuliano da Sangallo nacque in un'importante famiglia di architetti e artisti toscani, della quale facevano parte anche il fratello Antonio da Sangallo il Vecchio ed il nipote Antonio da Sangallo il Giovane. 

Durante un soggiorno giovanile a Roma cominciò a studiare le forme delle antichità classiche, che divennero in seguito un elemento caratterizzante della sua ricerca architettonica.

Tornato a Firenze, fu tra i migliori interpreti e continuatori della tradizione di Brunelleschi e Alberti, progettando opere assunte come modelli di riferimento dell'architettura rinascimentale. Tra queste, ricordiamo il sontuoso Palazzo di Bartolomeo Scala a Firenze, nucleo antico dell'attuale Palazzo della Gherardesca, che nel 2008, dopo un radicale restauro, è diventato un hotel a cinque stelle della catena Four Seasons.

Contemporaneamente, si dedicò anche alla progettazione di opere di ingegneria militare, grazie alle quali entrò in contatto con la famiglia Medici, impegnata nel rafforzamento delle difese territoriali di Firenze in un periodo politicamente sempre più teso. In breve tempo, divenne l'architetto prediletto di Lorenzo il Magnifico, che nel 1480 gli commissionò la villa di Poggio a Caiano, prototipo della villa rinascimentale italiana. Al periodo lorenziano, il più fertile della carriera del Sangallo, appartengono anche il progetto della Sagrestia della Basilica di Santo Spirito a Firenze ed i progetti per la Basilica della Madonna dell'Umiltà a Pistoia. 


© Foto D'Arte Firenze

Quelli menzionati sono solo alcuni dei luoghi che noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo avuto il privilegio di fotografare, nell'ambito della campagna fotografica con cui abbiamo prodotto le illustrazioni presenti nel volume di Sabine Frommel.


© Foto D'Arte Firenze

Foto D'Arte Firenze desidera ringraziare Edifir, l'autrice del volume e l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, nella persona del Vice Presidente Pierluigi Rossi Ferrini, per l'invito ufficiale alla presentazione del libro, alla quale non mancheremo di partecipare.

Alcune immagini di backstage della campagna fotografica

© Foto D'arte Firenze


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze


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Pubblicato in Eventi

Vincenzo Meucci nacque nel 1694 a Firenze, dove venne avviato alla pittura da Sebastiano Galeotti, per poi trascorrere un lungo periodo di formazione a Bologna, nella bottega di Giovanni Gioseffo dal Sole. Pittore versatile, fu influenzato sia dalla cultura tardobarocca, sia dalla nuova corrente neoclassicista. 

 

© Foto D'Arte Firenze

L'eleganza della sua pittura, spigliata nel disegno e gradevole nei toni, unita alla bellezza idealizzata delle sue figure, ebbe la sua massima espressione negli affreschi e gli valse ben presto l'attenzione sia delle maggiori casate aristocratiche fiorentine, animate dal desiderio di consacrare i fasti di famiglia, sia dei vari ordini religiosi, desiderosi di celebrare il prestigio delle proprie chiese. 

 

© Foto D'Arte Firenze

Artista instancabile, ottenne numerose committenze, soprattutto all'interno del Granducato di Toscana, dove divenne rapidamente una figura di spicco nel panorama artistico del tempo, ottenendo la sua commissione più importante dall'Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de' Medici, ultima discendente dei Medici, che nel 1742 lo incaricò di affrescare la cupola della Basilica di San Lorenzo a Firenze con la Gloria dei santi fiorentini. Ma la sua fama si estese anche oltre i confini toscani, come dimostra la sua convocazione a Roma da parte del Cardinale Neri Corsini, nipote del Pontefice Clemente VII, per affrescare il palazzo di famiglia assieme ad altri affermati artisti. 

 

  © Foto D'Arte Firenze

Eppure, a dispetto dell'elevata considerazione che seppe guadagnarsi presso i contemporanei, questo artista era ancora in attesa del giusto riconoscimento da parte della critica moderna. Il volume Vincenzo Meucci (1694-1766), curato da Carlotta Lenzi Iacomelli ed edito da Edifir - Edizioni Firenze, rappresenta il tentativo editoriale, mai fatto sinora, di ricostruire la personalità artistica del pittore, restituendole il primato di cui godeva nel settecento fiorentino.

Foto D'Arte Firenze ha firmato la campagna fotografica che ha prodotto le illustrazioni della vasta produzione pittorica del Meucci, un incarico molto impegnativo, che ci ha condotti in molte chiese e palazzi della Toscana (alcuni dei quali inediti e sconosciuti alla letteratura artistica), fra cui il Palazzo Arcivescovile, Palazzo Aldobrandini, Palazzo Ginori e Palazzo Barbolani di Montauto a Firenze, il Palazzo Arcivescovile, la Collegiata di Santa Maria Provenzano e la chiesa di San Giorgio a Siena, la Cattedrale di San Zeno, la basilica della Madonna dell'Umiltà, la chiesa di Santa Maria del Carmine e la chiesa di San Leone a Pistoia.

Desideriamo ringraziare Edifir e la Dott.ssa Lenzi Iacomelli per la fiducia che ancora una volta hanno riposto nel nostro lavoro ed esprimere la nostra gratificazione per aver potuto contribuire, con le nostre immagini, ad un progetto editoriale importante nell'ambito della Storia dell'Arte fiorentina, in virtù del ruolo di primo piano che Vincenzo Meucci seppe ritagliarsi nella cultura del suo tempo.


 Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze


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Pubblicato in Fotografia per l'arte

CENOBIUM (Cultural Electronic Network Online: Binding up Interoperably Usable Multimedia) è una rappresentazione multimediale di capitelli di chiostro nel mediterraneo realizzata mediante la fotografia digitale ad alta risoluzione, modelli-3D e panoramiche. I capitelli vengono posti virtualmente in connessione con i loro luoghi d’origine, per essere presentati nel loro rapporto architettonico e concezionale.

© Foto: Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut

Il progetto condotto in collaborazione con l’ISTI/CNR a Pisa e con la partecipazione di più partner internazionali è mirato agli obbiettivi della ricerca, ma è anche appropriato alle esigenze dell’insegnamento e dei musei così come alla documentazione per il restauro.

Il tema centrale del progetto consiste nell’illustrare gli scambi artistici nel secolo XII e XIII attraverso la scultura, intesa come elemento decorativo nell’architettura. I più significativi centri dell’arte scultorea dei capitelli romanici i quali, attraverso l’introduzione del capitello istoriato, avvenuta nel 1100, diedero luogo ad uno scambio di modelli, si trovano nella Francia del sud, in Spagna e in Sicilia.

Il progetto ViHAP3D costituisce il punto di partenza per CENOBIUM realizzato in collaborazione con il MPI per l’informatica di Saarbrücken, col CNR di Pisa, la Soprintendenza di Pisa e la ditta Minolta Konica.

Una parte di questo progetto mira allo sviluppo di un procedimento per la grafica informatizzata, al fine di rendere possibile la rappresentazione tridimensionale di oggetti d’arte digitalizzati e di sculture. CENOBIUM sviluppa questo concetto concentrandosi su dei capitelli romanici, che si prestano in modo particolarmente appropriato ad una documentazione tridimensionale. Contemporaneamente a ciò si accompagna una corrispondente campagna fotografica, altamente qualificata, con l’obbiettivo di restituire in maniera dettagliata la superficie e la materialità degli oggetti, cosa che non può essere ottenuta attraverso la visualizzazione in 3D. Di conseguenza, le foto e i modelli 3D non sono disponibili soltanto in luoghi prescelti, ma anche mediante una programmazione interattiva.

CENOBIUM pone in collegamento fra loro questioni sia classiche che innovative della storia dell’arte con i moderni strumenti informatici e dischiudendo così nuove prospettive le quali, finora, persino sul posto, non sembravano possibili.

Foto D'Arte Firenze | Cristian Ceccanti @ KHI Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut nel progetto CENOBIUM per il Chiostro di Moissac

I capitelli di chiostro romanici nel mediterraneo e il chiostro di Moissac

Nel corso dell’ultimo lustro del secolo XI si affaccia nella scultura romanica un tipo di capitello il quale sarà determinante per l’aspetto decorativo degli interni sacri e dei chiostri, e che s’imporrà quale elemento fondamentale della scultura medievale. Limitatasi fino ad allora, la decorazione del capitello sostanzialmente alle forme ornamentali vegetali, zoomorfe o antropomorfe, lo spettro delle possibilità veniva ora ad estendersi alla rappresentazione narrativa. Il capitello assumeva quindi, l’ulteriore funzione di rappresentare scene bibliche vetero e neotestamentarie, avvenimenti storici, exempla, parodie e allegorie.

Quale componente dell’architettura il capitello, per la sua tridimensionalità, appare investito di questa nuova funzione innanzitutto nei chiostri. In virtù della completa visibilità delle colonne del chiostro esso offriva l’occasione per una progressiva narrazione per immagini e, contemporaneamente, la possibilità di porre in dialogo fra loro i capitelli adiacenti o altri elementi decorativi. Inoltre, significativo è il rapporto spaziale tra il capitello e le parti funzionali del monastero, poiché la disposizione tematica e dei motivi supportata dai capitelli permette una interazione estetica e funzionale, e forse anche un rinvio a liturgie e consuetudini monastiche. I tre più rilevanti centri della scultura romanica dei capitelli sono localizzabili nella regione del Languedoc­-Roussillon, nella Spagna settentrionale e in Sicilia.

Il chiostro della chiesa abbaziale di Saint-Pierre a Moissac può essere considerato quale costruzione originaria per i primi grandi cicli di capitelli claustrali istoriati. In base a quanto recita un'iscrizione, nell'anno 1100 sotto l'abate Ansquitil fu eretto un chiostro nell'abbazia provvista di ricchi terreni e di una significativa biblioteca monastica. Nel chiostro si alternano capitelli con colonne gemine con capitelli con colonna singola, che in prevalenza illustrano rappresentazioni narrative. Nella sua dissertazione “The Romanesque Sculpture of Moissac” del 1929/31 Meyer Schapiro indica questi capitelli come historiated capitals, coniando in tal modo il concetto a cui questa specifica forma di capitello deve da ultimo il suo nome.

Sul piano i singoli lati dei capitelli vanno a formare un'unità spaziale. Questo spazio si chiude in alto – similmente al prospetto di un palcoscenico – con elici, un abaco fortemente concavo e un blocco della mensola collocato al centro. Un'imposta possente, decorata di regola con figure, animali, piante o caratteri grafici, ricopre infine il kalathos, andando a completare in questo modo l'intera immagine trapezoidale del capitello.

In questa sezione del progetto CENOBIUM il KHI-MPI si è avvalso della collaborazione di due studiose francesi, Quitterie Cazes und Chantal Fraïsse, che insieme hanno redatto i testi relativi ai capitelli, oltre che la descrizione della costruzione.

Per noi di Foto D'Arte Firenze è stata un'esperienza affascinante poter collaborare insieme ai massimi esperti di fotografia d'arte nella post-lavorazione delle immagini digitali realizzate dal fotografo Roberto Sigismondi. 

Seguendo uno specifico workflow precedentemente concordato, con la preziosa supervisione di Ute Dercks e la collaborazione di Stefano Fancelli (KHI)  ci siamo occupati della gestione di una notevole quantità di immagini realizzate in altissima risoluzione che necessitavano di tutti gli accorgimenti necessari dopo la fase di scatto (naming, assegnazione metadati e color management, crop e resize).

L'opportunità di poter osservare "da vicino" on-line il lavoro svolto è la dimostrazione più evidente dei risultati ottenuti dal team. 

Cristian Ceccanti | Foto D'Arte Firenze KHI in Florenz Max-Planck-Institut @ Progetto CENOBIUM - Chiostro di Moissac

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Pubblicato in Fotografia per l'arte

Dal 25 giugno al 30 settembre 2015, la visita all'Acquario di Livorno, il più grande acquario della Toscana, si arricchisce ulteriormente, offrendo la possibilità di approfondire il tema del mare da un punto di vista artistico e religioso. L'area espositiva al primo piano della struttura ospita infatti la mostra temporanea dal titolo "Il pane e i pesci: storie di mare, di devozione e di cibo", un viaggio alla riscoperta del significato simbolico che il mare e i pesci assumono nella cultura cristiana.

L'esposizione, ideata e promossa da Sillabe S.r.l. in collaborazione con Costa Edutainment S.p.A., che gestisce l'Acquario, e curata da Maddalena Paola Winspeare con Marilena Caciorgna, Francesca Orlandi e Barbara Tavolari, ha come elementi carattarizzanti l'acqua, il mare e il cibo, fonti primarie di vita al centro delle tematiche promosse da Expo Milano 2015

La mostra si articola in tre sezioni: la prima sezione è dedicata al Vecchio Testamento, con una serie di stampe fac-similiari di dipinti che ripercorrono la storia di Tobiolo e dell'Arcangelo Raffaele; la seconda sezione è invece incentrata sul miracolo suggestivo della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci, con l'approfondimento di tre episodi significativi del Nuovo Testamento; nella terza sezione, infine, sono esposti alcuni tra i più importanti ex-voto marinari della collezione del Santuario della Madonna di Montenero, una delle più grandi e interessanti raccolte di tavolette votive che si conosca.


Foto D'Arte Firenze ha realizzato le immagini per la stampa dei fac-simile esposti nella prima sezione. Nello specifico, si tratta di riproduzioni fotografiche in alta risoluzione e in scala 1:1 di dipinti, ottenute per mezzo di mosaicatura digitale di più fotografie. Fra le opere riprodotte, vi sono Tobiolo e san Raffaele Arcangelo di Cristofano Allori e Raffaele rifiuta i doni di Tobiolo di Giovanni Bilivert, entrambe esposte nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, I Tre Arcangeli e Tobiolo di Francesco Botticini, conservata agli Uffizi, I Tre Arcangeli e Tobiolo di Domenico di Michelino, esposta nella Galleria dell'Accademia e Madonna col Bambino in trono, Sant'Agostino, l'Arcangelo Raffaele e Tobiolo di Giovanni Antonio Sogliani, conservata al Museo di San Marco a Firenze.

© Foto D'Arte Firenze

Da parte nostra, un ringraziamento a Sillabe per la fiducia riposta nel nostro lavoro e per un incarico che ci ha visti,  una volta di più, spettatori privilegiati davanti ad opere di pregevole bellezza, che grazie a questa iniziativa potranno essere ammirate, per la prima volta insieme, da un pubblico di ogni età.

Alcuni scatti di backstage delle riprese fotografiche effettuate alla Galleria dell'Accademia

Alcuni link per approfondimenti:

La settimana di Livorno - quotidiano on line della Diocesi di Livorno

Comune di Livorno - Portale turismo

QuiLivorno.it - quotidiano Online indipendente e gratuito


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze  @ Acquario di Livorno


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Pubblicato in Fotografia per l'arte

22 ottobre 2015 - 17 maggio 2016 | Museo degli Argenti Palazzo Pitti, Firenze

La mostra allestita negli ambienti contigui alla Cappella Palatina di Palazzo Pitti recupera il tesoro d’arte appartenuto a quella che fu la più prestigiosa Compagnia laicale d’ispirazione religiosa del Seicento toscano, San Benedetto Bianco.

rigore e grazia

La storia e la spiritualità di questa confraternita sono rese note al pubblico attraverso l’analisi dei maggiori capolavori artistici che arredavano i loro spazi e, per questa occasione, letteralmente ‘salvati’ da impegnativi restauri.

Lo studio della collezione, dei testi e dei documenti ha visto emergere importanti novità che ridefiniscono alcuni aspetti del Barocco fiorentino: sia per le opere inedite ritrovate, sia per l’approfondimento delle fisionomie di molti grandi artisti che furono membri assidui di San Benedetto Bianco (ad esempio Cristofano Allori, Vincenzo Dandini, Carlo Dolci e Volterrano).

Un ringraziamento sincero lo rivolgiamo ai brillanti curatori di questa mostra, Alessandro Grassi, Michel Scipioni e Giovanni Serafini insieme ai quali abbiamo condotto l'impegnativa ma al tempo stesso affascinante campagna fotografica per la realizzazione del catalogo edito da Sillabe.

Alcuni interessanti link per approfondimenti:

www.rigoreegrazia.it - il sito ufficiale della mostra con la presentazione del Cardinal Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze - Alessandra Marino, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per le Province di Firenze Pistoia e Prato - Arch. Paola Grifoni, Segretario regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana - Valentina Conticelli, Direttrice ad interim del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti

MIBACT - sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

artemagazine - quotidiano di Arte e Cultura

DEA Press - agenzia di stampa DEApress

ACQUISTA BIGLIETTO - sito ufficiale per la vendita biglietti del Polo Museale Fiorentino


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Galleria Palatina Palazzo Pitti, Firenze | Il rigore e la grazia. La Compagnia di San Benedetto Bianco nel Seicento Fiorentino

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Pubblicato in Eventi

Negli ultimi anni, il crescente numero di fotografi, laboratori fotografici ed artisti che hanno scelto di affidarsi alla tecnologia Epson per produrre le loro stampe artistiche ha dato un contributo decisivo allo sviluppo della stampa digitale fine artCiò ha portato ben presto al centro del dibattito la necessità di definire uno standard di settore per certificare la qualità di esecuzione e la longevità delle stampe fine art ottenute con stampanti fotografiche Epson.

Nel 2003 nasce così il marchio Digigraphie®, frutto di una ricerca ultradecennale Epson sulle prestazioni delle proprie stampanti e sulla resistenza dei propri inchiostri. Digigraphie è un marchio di eccellenza ed autenticità che consente di produrre stampe fine art da collezione certificate in edizione limitata.


Il marchio può essere usato per ogni opera artistica prodotta osservando attentamente un insieme ben preciso di regole e criteri operativi, definiti da un Comitato che riunisce fotografi, pittori ed artisti digitali. Queste regole riguardano l'utilizzo di determinati sistemi di stampa, di inchiostri e di supporti fine art in grado garantire alle opere prodotte una perfetta fedeltà della gamma cromatica, eccellenti sfumature e durata nel tempo.

Ogni stampa fine art ottenuta seguendo i criteri Digigraphie viene contrassegnata da un timbro a secco di autenticazione, numerata, accompagnata da un certificato di garanzia e firmata dall'artista che l'ha prodotta. Questo la rende un'opera dal carattere esclusivo, un pezzo originale da collezione.


Con Digigraphie, dunque, i produttori d'arte, dagli artisti delle gallerie d'arte, ai musei, ai laboratori fotografici, hanno l'opportunità di valorizzare il proprio patrimonio di immagini grazie all'eccellente qualità della stampa fine art, e di diffondere qualunque creazione in tiratura limitata, conferendole la garanzia di mantenersi intatta negli anni. 

Ecco perché anche noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo adottato il marchio Digigraphie per le nostre stampe, persuasi dalle prospettive che questo standard offre a chi come noi, col proprio lavoro, mette "la tecnica al servizio dell'Arte".

 

Grazie a Digigraphie, siamo in grado infatti di garantire gli standard più elevati nella riproduzione digitale dei capolavori artistici e di tutelare i nostri clienti, che così avranno la certezza di ricevere un prodotto di qualità certificata, capace di durare per sempre.

 


Cristian Ceccanti | Foto D'Arte Firenze @ Digigraphie by Epson


 

Pubblicato in Miscellanea

Dal dicembre 2013, c'è un angolo d'Italia ad accogliere i visitatori di Bryant Park, uno dei parchi più frequentati di New York, situato in Midtown Manhattan fra la 41a e la 42a strada. Al 1095 di Avenue of Americas, nella piazza che fa da anticamera al parco, svettano Hero e Superhero, la coppia di sculture pubbliche con cui l'acclamato architetto e designer italiano Antonio Pio Saracino ha risposto alla duplice richiesta di celebrare l’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti e di realizzare un progetto di arte pubblica nel cuore della Grande Mela.


Hero, interamente realizzata in marmo, è un dono dell’Italia agli Stati Uniti, da parte della Farnesina, dell’Ambasciata Italiana di Washington DC e del Consolato Generale d’Italia a New York, con il sostegno di Eni, in segno di amicizia fra i due Paesi. Guardando l'opera, anche l'occhio più distratto non può fare a meno di scorgervi i contorni familiari di uno dei simboli più famosi dell'Italia nel mondo, nonché icona fra le più rappresentative della civiltà occidentale: il David di Michelangelo.

Con questo progetto, Saracino si è infatti voluto ispirare al grande capolavoro del Buonarroti, proponendone una rilettura in chiave moderna basata sulla scomposizione delle armoniche forme michelangiolesche in piani paralleli di vario spessore, a formare una struttura che richiami l'architettura dei grattaceli circostanti e che esprima al tempo stesso potenza e levità.


Il 4 maggio, a due anni dalla sua creazione, una nuova edizione della scultura di Saracino è stata installata nel cortile della Galleria dell'Accademia, a pochi metri dall'opera a cui si ispira. L'iniziativa, promossa dalla stessa Direzione della Galleria dell'Accademia, in collaborazione con l'Ambasciata Italiana di Washington DC e con PMG Italia, rappresenta un omaggio "filologico" al grande modello di Michelangelo ed il tentativo ambizioso di instaurare con esso una relazione attuale.


© Foto D'Arte Firenze

La nuova edizione, commissionata dal gruppo finanziario newyorkese Global emerging Markets Group (GEM), è stata infatti costruita a Carrara usando la stessa pietra scelta da Michelangelo  ed ha le stesse dimensioni del David (5,2 m.), dunque più grande di quella di Bryant Park, per un peso totale di circa 5t. Essa rimarrà esposta fino al 20 settembre, dopodiché verrà trasferita all'EXPO di Milano.

Noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo incontrato Saracino alla Galleria dell'Accademia ed abbiamo seguito assieme a lui le operazioni di scopertura dell'opera, realizzando alcuni degli scatti usati per il pieghevole dell'evento espositivo, facente parte della collana "Quaderni dell'Accademia", edita da Sillabe. Per noi e per la nostra attività nell'ambito della fotografia d'arte, l'incontro con un esponente di spicco dell'architettura contemporanea si è rivelato particolarmente stimolante.


Siamo lieti di aver potuto rendere omaggio ad un opera coraggiosa, considerata una fra le più intelligenti e qualitativamente rilevanti reinterpretazioni del David mai realizzate, nel segno della continuità con i valori della tradizione artistica ed architettonica italiana del passato, di cui siamo da sempre sostenitori.

© Foto D'Arte Firenze


Antonio Pio Saracino - Designer e architetto Italiano di fama internazionale con base a New York, Saracino ha disegnato edifici, monumenti e oggetti. Le sue opere di design sono state esposte in numerose gallerie e musei di livello internazionale a Washington D.C., Los Angeles e Dubai e fanno parte di collezioni permanenti in musei come il Brooklyn Museum, il Museum of Art and Design di New York e il PowerHouse Museum di Sydney. Ha partecipato alla 54a edizione della Biennale d'Arte di Venezia ed ha vinto numerosi premi tra cui due American Architecture Awards dal Chicago Museum of Architecture e due Best of the Year Award da Interior Design Magazine. Il suo lavoro è stato recensito in pubblicazioni di livello internazionale come il The New York Times, Architectural Digest, Interior Design e Wellpaper. ARTnews Magazine lo ha inserito fra i 25 più interessanti trendsetter, il New italian Blood award lo ha riconosciuto come uno dei Top Ten Italian Architects under 36 e Vogue lo ha definito come uno dei più prolifici designers italiani all'estero.


Informazioni utili La mostra “Hero a Firenze. Omaggio al David: Saracino interpreta Michelangelo” sarà visibile nel cortile interno della Galleria dell’Accademia dal 5 maggio fino al 20 settembre 2015, dal martedì alla domenica, dalle 8.15 alle 18.50.Il biglietto d’ingresso costa € 12,50 (intero) e € 6,25 (ridotto); eventuali richieste di prenotazione al numero 055-294883 di Firenze Musei. Per l’occasione, a cura di Sillabe, è stato realizzato un pieghevole in italiano e in inglese della serie “Il luogo del David” , con i testi dei protagonisti e arricchito da un notevole apparato fotografico (in allegato a questo articolo). Da segnalare, infine, che con il prezzo del biglietto d’ingresso al museo saranno visibili sia la grande scultura di Saracino, sia la mostra “L’arte di Francesco. Capolavori d’arte italiana e terre d’Asia dal XIII al XV secolo”, in corso nell’ambito del programma espositivo di Un anno ad arte 2015.


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Galleria dell'Accademia | Via Ricasoli 58-60 Firenze


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 Alcuni video dedicati all'evento

Pubblicato in Fotografia per l'arte

A distanza di 6 mesi dalla precedente campagna fotografica, Foto D'Arte Firenze è tornata nella Galleria degli Uffizi per realizzare le immagini dei soffitti affrescati delle sale 19-23, recentemente riaperte al pubblico dopo gli interventi di restauro.

Si tratta delle sale dedicate al Rinascimento extra-fiorentino, con importanti esempi riconducibili alla pittura tedesca, all'arte fiamminga e all'ambiente veneto, a testimonianza di quello spirito didattico settecentesco degli Uffizi, favorito da scambi e specifici accrescimenti, teso a rappresentare lo sviluppo della pittura in tutti i suoi filoni più importanti.

La sala 19, in particolare, ospita opere di provenienza toscana, umbra, emiliana e marchigiana e l'attuale volta venne ridipinta nel 1665 da Agnolo Gori con le Allegorie di Firenze e della Toscana, trionfi, battaglie e stemmi medicei, dopo che l'originale andò distrutta.

Unica in Italia, con ben cinque opere dell'indiscusso maestro del Rinascimento tedesco Albrecht Dürer, compresa la famosa Adorazione dei Magi del 1504, la sala 20 ha un soffitto affrescato con grottesche originali del '500 e con vedute di Firenze aggiunte nel '700.


© Foto D'Arte Firenze

Le sale 21, 22 e 23 sono dedicate rispettivamente alla pittura veneta, rappresentata magnificamente dal capolavoro di Giovanni Bellini l'Allegoria Sacra, alla scuola fiamminga e ai maestri del nord-Italia Mantegna (col trittico  proveniente dal Palazzo Ducale di Mantova) e Correggio, presente con opere di grande originalità come l'Adorazione del Bambino. Gli affreschi di queste tre sale sono opera di Ludovico Buti: la sala 21 reca decorazioni a grottesche e scene di battaglie con interessanti figure di indiani e animali del Nuovo Mondo; motivi bellici anche nella sala 22, mentre nella sala 23, utilizzata in passato come armeria, sono raffigurate officine per la produzione di armi, polvere da sparo e modelli di fortezze.


© Foto D'Arte Firenze

L'opera di rinnovamento ha restituito a queste sale il pregio di essere degli autentici scrigni per tesori artistici di inestimabile valore ed ha ridonato slancio prospettico a tutta l'ala est della Galleria, fra la Tribuna e l'affaccio sull'Arno.


 Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Galleria degli Uffizi 


 

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