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Dal 3 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015, la mostra "Tiepolo: i colori del disegno", allestita nella prestigiosa sede dei Musei Capitolini, offre la straordinaria opportunità di conoscere una delle personalità più carismatiche sulla scena dell'arte figurativa del Settecento europeo.


Un'accurata selezione di novanta opere grafiche e sette dipinti di Giambattista Tiepolo, provenienti da istituzioni museali, fondazioni e collezioni private, riuniti per la prima volta nella Capitale, ripercorre in maniera organica l'evoluzione e gli esiti pittorici del linguaggio grafico del grande artista veneziano, svelandone e omaggiandone la natura multiforme.

La visione pittorica del Tiepolo, infatti, trovò il suo momento fondante nel disegno, aspetto che lo vide esprimersi come geniale e fecondissimo artefice e la cui valenza progettuale, di studio e di analisi compositiva consentì all'artista di organizzare la diversificata attività della sua bottega familiare, con il coinvolgimento dei figli Giandomenico e Lorenzo, in quello che fu l'ultimo grande esempio di una secolare tradizione veneziana di atelier d'arte. 

L’esposizione, curata da Giorgio Marini, vicedirettore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, in collaborazione  con Massimo FavillaRuggero Rugolo, tra l'altro, ha il pregio di affiancare ad opere più conosciute, provenienti in gran parte dal ricco fondo Sartorio dei Musei Civici di Trieste, una scelta di disegni assai meno noti per non essere stati esposti nell'ultimo mezzo secolo, provenienti dalle collezioni riunite nel secondo Ottocento a Firenze dagli studiosi Herbert Percy Horne e Stefano Bardini, oggi conservate negli omonimi musei fiorentini.

Di queste opere di provenienza fiorentina, Foto D'Arte Firenze ha realizzato le immagini destinate al catalogo ufficiale della mostra edito da Campisano Editore

Un incarico di prestigio che si è tradotto nell'impagabile privilegio di poter ammirare da vicino una parte, seppur piccola, dell'impressionante e variegata produzione artistica di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi.

Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Museo Stefano Bardini e Museo Horne, Firenze


Di seguito, i link ad alcune pagine che parlano della mostra 

Musei Capitolini | mostre ed eventi | Tiepolo: i colori del disegno

adnkronos | Cultura | Roma svela i colori di Tiepolo

L'Huffington Post | Giambattista Tiepolo, 90 disegni in mostra a Roma

La Stampa | Cultura | Arte | In mostra a Roma le opere grafiche dei Tiepolo


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Pubblicato in Eventi

Fra le molteplici campagne fotografiche che abbiamo condotto in questi anni, il recente incarico per la digitalizzazione dei Disegni di Architettura (grandi formati) conservati presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (GDSU) merita senza dubbio una menzione particolare per tecnologie e procedure di lavoro adottate.

  GDSU n.inv.755 Architettura                                                              © Foto D'Arte Firenze

Il progetto, realizzato per conto della Humboldt-Universität zu Berlin Institut für Kunst-und-Bildgeschichte/CENSUS (con la quale prosegue per il quarto anno consecutivo la nostra collaborazione), ha avuto come finalità la creazione di copie digitali raster in scala 1:1 e in altissima risoluzione di pergamene, stampe e incisioni recanti disegni di architettura eseguiti da alcuni fra i più grandi architetti attivi fra il XV e il XVI secolo: 

- il Bramante, architetto e pittore tra i più influenti del Rinascimento, attivo prima a Milano e poi a Roma, dove progettò la Basilica di San Pietro, fu il principale interprete del passaggio al Classicismo Cinquecentesco, tanto da meritarsi la definizione di "inventor e luce della buona e vera Architettura";

- Giuliano da Sangallo, architetto, ingegnere e scultore, fra i migliori successori del Brunelleschi, fu l'architetto prediletto di Lorenzo il Magnifico, progettista di opere di riferimento nello studio delle linee dell'architettura rinascimentale, nonché innovatore nell'ambito dell'ingegneria militare;

Antonio da Sangallo il Giovane, architetto attivo nel Rinascimento e nel Manierismo, progettista di Palazzo Baldassini e di Palazzo Farnese a Roma, considerati modelli di riferimento per l'architettura dei palazzi signorili fino alle soglie del Seicento;

- Giovanni Battista da Sangallo, fratello minore del più famoso Antonio, per il quale si occupò di effettuare misurazioni e rilevamenti in numerosi progetti, pioniere di una tecnica di illustrazione dei progetti più tardi adottata dal circolo di Raffaello;

- Baldassarre Peruzzi, architetto, pittore, scenografo e ingegnere militare, considerato dai suoi contemporanei, fra i quali VasariPalladio, uno dei maggiori artisti del XVI secolo, capace di incidere sullo sviluppo delle arti in moltissimi settori;

- Giovanni Sallustio Peruzzi, figlio di Baldassarre, attivo a Roma, dove progettò l'entrata nobile di Castel Sant'Angelo e diresse i lavori di costruzione del Ghetto Ebraico, prima di trasferirsi a Vienna, dove lavorò come ingegnere ed architetto per l'Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano II d'Asburgo

Per ciascuno dei disegni da riprodurre, abbiamo curato sia la fase di acquisizione che quella di post-produzione, operando in conformità alle specifiche illustrate dettagliatamente nei "Quaderni di studio 04 - Digitalizzazione di beni artistici e documentari" (vedi allegato), volte a garantire una qualità aderente agli attuali standard internazionali per la riproduzione fedele ed accurata di opere d'arte.


La natura delle opere da riprodurre e la necessità di rispettare i suddetti standard qualitativi hanno pertanto richiesto l'impiego di un sistema di acquisizione (sorgente di luce, apparato di ripresa e strumenti di Color Management) tecnologicamente all'avanguardia, con caratteristiche prestazionali in grado di restituire, con la massima fedeltà cromatica, immagini con una densità di campionamento di 300ppi.

Per illuminare il set di ripresa abbiamo utilizzato lampade a luce giornoconosciuta anche come luce HMI, considerata la più adatta per le riprese digitali. Rispetto alla luce al tungsteno, infatti, la luce giorno presenta diversi vantaggi, sia in termini di resa luminosa che di resa cromatica: è priva di "sfarfallio", elemento che crea non pochi problemi all'immagine digitale, garantisce 2 stop di luce in più ed essendo perfettamente calibrata a 5000/6000°K consente di ottenere immagini più "pulite" ed istogrammi con una resa più corposa in tutto lo spettro cromatico, aspetto che la rende praticamente indispensabile quando si vuole ottenere la massima fedeltà dei colori nelle immagini.


Per l'apparato di ripresa ci siamo affidati alla qualità della Hasselblad H3DII-39MS, che, unendo i vantaggi della tecnologia multishot alle funzionalità della H3DII-39 combinate con le ottiche Carl Zeissrappresenta il massimo in termini di flessibilità, offrendo immagini estremamente dettagliate e prive di interferenza. Il suo sensore Kodak da 39 Mpx di 36 x 48 mm (due volte le dimensioni fisiche dei più grandi sensori DSLR da 35 mm), ci ha permesso di riprodurre, in un unico fotogramma, opere della dimensione massima di circa 60 x 45 cm a 300ppi, conformemente al calcolo matematico illustrato di seguito:

 

Per opere di dimensioni maggiori, quindi, è stato necessario aggiungere un ulteriore step al flusso di lavoro, fotografando separatamente porzioni di documento della dimensione massima di 60 x 45 cm e ricomponendo poi i singoli fotogrammi in un'unica immagine tramite mosaicatura (photo stitching).


Per garantire la corretta consistenza cromatica delle immagini acquisite nel loro passaggio attraverso diversi dispositivi di visualizzazione, abbiamo quindi sottoposto le immagini ad un'analisi di corrispondenza colorimetrica attraverso tabelle di colore standard, lavorando su monitor opportunamente calibrati e profilati.


Il processo di elaborazione, eseguito sfruttando la potenza di calcolo di piattaforme Apple, ha prodotto immagini digitali con una media di 10000 pixel di lato lungo (per arrivare in alcuni casi alle ragguardevoli dimensioni di 23000 x 8200px), ed un peso medio dell'ordine di 1GB a 16bit colore, salvate in formato TIFF non compresso  e accompagnate ciascuna da una serie di file guida XML contenenti i metadati necessari per l'archiviazione e la consultazione dell'archivio digitale.

 

A sinistra, copia digitale GDSU n.inv. 6730A di dimensioni 5374x10798 pixel e peso 332MB. A destra, dettaglio in scala 1:1 dell'immagine

Campagne fotografiche come quella descritta sono emblematiche nel mostrare come la Fotografia d'Arte sia un mestiere altamente impegnativo e specializzato, che richiede spesso un approccio "scientifico", una solida preparazione tecnica ed una consolidata esperienza a contatto con le opere. Per questo desideriamo rivolgere un sentito ringraziamento nei confronti del Census di Berlino e del GDSU per averci assegnato un incarico così gratificante ed averci messo nelle condizioni ideali per portarlo a termine nel migliore dei modi, augurandoci, per il futuro, di poter di nuovo collaborare con questi importanti Istituti in progetti altrettanto prestigiosi.

 


Cristian Ceccanti fotografo | Foto D'Arte Firenze @ Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 


 

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Pubblicato in Fotografia per l'arte
Venerdì, 12 Settembre 2014 15:35

La nuova fragranza Giardini del Granduca

Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

© Foto D'Arte Firenze

GIARDINI DEL GRANDUCA

A poco più di un anno - il 23 maggio 2013 - dalla proclamazione, da parte dell'Unesco, delle Ville e dei giardini medicei toscani quali Patrimonio dell'Umanità, per celebrare un così importante riconoscimento al valore di questi monumenti storici, e alla loro gestione e mantenimento, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze ha promosso la creazione di una fragranza denominata Giardini del Granduca che verrà messa in vendita nei negozi museali del Polo fiorentino dal prossimo 2 agosto 2014.

"Attraverso questo profumo, composto sapientemente con note ispirate alla coltivata natura dei giardini storici di Firenze e Toscana, si entra in contatto diretto con la memoria della dinastia dei Medici e soprattutto con il loro magnifico lascito nel campo dell'arte dei giardini, che impreziosisce Firenze e la Toscana con il sistema delle Ville Medicee" (Cristina Acidini, Soprintendente).

Ben cinque di questi siti sono musei all'aperto diretti dalla Soprintendenza: il Giardino di Boboli, il Giardino di Castello, le Ville e i Giardini di Poggio a Caiano, la Petraia e Cerreto Guidi (gli altri sono la Villa di Poggio Imperiale e il Giardino di Pratolino, la Villa di Cafaggiolo a Barberino di Mugello, la Villa Il Trebbio a San Piero a Sieve, la Villa di Careggi, la Villa Medici di Fiesole, il Palazzo di Seravezza a Lucca, Villa La Magia a Quarrata, la Villa di Artimino a Carmignano). Nei giardini già granducali, ancora oggi esperti, tecnici e ditte specializzate curano alberi secolari e piante fiorite: agrumi, camelie, rose, peonie, per ricordarne solo alcune specie.

I componenti della famiglia Medici, in varia misura, riservarono passione e conoscenza alle arti e al collezionismo, ma anche alla botanica, alle erbe officinali, agli orti con coltivazioni di spezie e fiori orientali. I loro bellissimi giardini all'italiana, con fontane e statue di grandi scultori e architetti, furono anche luoghi di studio, ricerca e sperimentazione: tutte attività protoscientifiche in nome delle quali furono fondati gli Orti di Pisa e di Firenze a metà del Cinquecento.

Per creare questo profumo, precisamente un eau de toilette, è stato approfondito lo studio delle piante storiche apprezzate e collezionate dai Medici fin dal Cinquecento, tra le quali predominano gli agrumi dalle forti componenti aromatiche. La "piramide olfattiva" infatti prende forma dalle note di limone e arancio amaro, e comprende l'olio essenziale di petali di rose (per portare alla memoria la collezione di rose antiche) e fiori di pesco (per evocare l'orto urbano, origine del giardino), e infine l'essenza di cannella, che ci ricorda l'interesse di Cosimo I per le piante medicamentose e le spezie. L'evoluzione degli accordi olfattivi propone poi i legni preziosi - cipresso e cedro del Libano - esaltati su una base di ambra e muschi.

© Foto D'Arte Firenze

Il nome scelto per la fragranza s'ispira a una dizione presente negli antichi documenti, firmati dal "Soprintendente de' giardini del Granduca". Benché suggestiva, tale dizione non risulta esser stata usata finora per luoghi o prodotti contemporanei. Essa si adatta a tutti i giardini medicei della Regione Toscana, chiunque ne sia il proprietario; e al tempo stesso apre prospettive su una linea dedicata di prodotti, che potrebbe svilupparsi prendendo spunto dalle infinite suggestioni di questi viventi universi d'arte e di natura.

Sillabe, produttore del profumo, sotto la consulenza storico olfattiva di Simonetta Giurlani Pardini, ci invita quindi ad aggiungere un ulteriore "senso" alla percezione e alla fruizione dell'arte con una fragranza che, come "guida olfattiva", richiama le antiche memorie medicee.

Caratteristiche tecniche

Nota di testa: Cannella, Petali di Rosa, Fior di Pesco, Limone, Arancio Amaro

Note di cuore: Legno di Cedro, Legno di Cipresso

Note di base: Muschi, Ambra

 

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Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze | Love and Passion, Art and Photography

Pubblicato in Fotografia per l'arte

A pochi chilometri da Terni, in un'area ricca di storia e di bellezze naturali, sorge l'antico borgo medievale di Amelia. Inserito perfettamente nel contesto fiabesco delle verdissime colline umbre, fra possenti mura poligonali che nemmeno Federico Barbarossa riuscì a violare, questo luogo offre ai visitatori l'esperienza di un viaggio nel tempo. 

Dal 7 giugno al 6 settembre, chiunque desideri compiere questo viaggio avrà un motivo in più per farlo. In occasione del 500° anniversario della sua costruzione, infatti, Palazzo Farrattini, autentico manifesto di bellezza rinascimentale ad Amelia, farà da scenario ad una mostra e ad una serie di eventi volti a riscoprire il valore storico ed architettonico di questo edificio.

Realizzato su disegno dell'architetto Antonio da Sangallo il Giovane, su commissione del vescovo Bartolomeo II Farrattini, Prefetto della Basilica di San Pietro, il palazzo fu salutato fin da subito come un capolavoro dai contemporanei, tanto che anche il Vasari ne parla nel suo celebre trattato "Le Vite". Oggi è utilizzato come Residenza d'Epoca, mantenendo intatto il suo fascino, grazie ai suoi pavimenti originali, agli affreschi ed ai suoi magnifici soffitti a cassettoni.

Per l'intera durata delle celebrazioni del cinquecentenario, il palazzo rimarrà aperto al pubblico con visite guidate e percorsi a tema allestiti nei suoi suggestivi saloni. Nell'atrio, un'esposizione di manifesti, ordinanze e quotidiani su Amelia, provenienti dall'archivio privato del palazzo, racconteranno la quotidianità della società amerina. Nel sontuoso Salone del Sangallo, attraverso una raccolta di ritratti, di alberi genealogici dei vari rami della famiglia, riuniti insieme per la prima volta, e di documenti provenienti dall'Archivio di Stato di Terni, verrà ricostruita la storia dei Farrattini e dell'edificio. Spazio anche al racconto della genesi dell'opera, con l'esposizione di tesi di laurea e ricerche sul progetto originale (oggi conservato negli archivi degli Uffizi a Firenze) e sulle diverse fasi di costruzione.


© Foto D'Arte Firenze

Noi di Foto D'Arte Firenze, con le nostre immagini, abbiamo contribuito ad illustrare la pubblicazione del catalogo del Palazzo che accompagna questa importante ricorrenza. Un ringraziamento speciale lo rivolgiamo ad Ettore Farrattini per l'invito all'inaugurazione della mostra, ma soprattutto per l'accoglienza e la disponibilità mostrate durante il nostro lavoro e per la straordinaria opportunità che ci ha permesso di approfondire la conoscenza di un luogo meraviglioso, testimonianza architettonica fra le più rappresentative del Rinascimento.

Una selezione di immagini realizzate per la pubblicazione

 

© Foto D'Arte Firenze

A seguire, i link al sito ufficiale del Palazzo e alla pagina con il programma completo della celebrazione:

Palazzo Farrattini

Cinquecento anni di Palazzo Farrattini

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Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Palazzo Farrattini, Via Farrattini 52, Amelia (TR)
Pubblicato in Eventi

Con una mostra monografica allestita nel magnifico scenario della Galleria Palatina in Palazzo Pitti, quinto appuntamento dell'edizione 2014 della rassegna Un Anno ad Arte, Firenze rende onore al pittore Jacopo Ligozzi, artista del Rinascimento maturo che si fece apprezzare per la sua versatilità.

Nato a Verona nel 1549, figlio di Giovanni Ermanno, anch'egli pittore, il Ligozzi si fece notare a Venezia per i suoi mirabili dipinti sul mondo animale, per poi trascorrere il resto della sua vita a Firenze, dove lavorò come disegnatore di naturalia presso la corte medicea del Granduca Francesco I, appassionato di scienze e d'alchimia, e dove si distinse anche come pittore di storia, in occasione dell’allestimento dei grandi dipinti su lavagna sulle pareti del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.

La mostra, curata da Alessandro Cecchi, Lucilla Conigliello e Marzia Faietti con la collaborazione di Anna Bisceglia e Giorgio Marini, come il catalogo edito da Sillabe, si propone di presentare per la prima volta, in modo organico, la complessa produzione artistica del pittore, dalla quale emerge la figura di un attento osservatore della natura e dell'uomo, che seppe aprirsi alla frequentazione di svariati generi pittorici mantenendo un delicato equilibrio fra vicenda umana e divina.

Attraverso un percorso articolato in due sezioni tematiche, ad evidenziare il carattere poliedrico dell'esperienza pittorica del Ligozzi, il visitatore potrà ammirare più di cento opere, con prestigiosi prestiti dal Metropolitan Museum di New York, dal British Museum di Londra, dall'Albertina di Vienna  e dal Musée du Louvre. La prima sezione è dedicata al primo periodo della committenza medicea, con una selezione di tavole a soggetto naturalistico provenienti dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, e al periodo immediatamente successivo del Ligozzi ritrattista, nel quale spiccano il ritratto femminile di Virginia de' Medici, oggi agli Uffizi, e il Ritratto di Margherita Gonzaga, dal Museo Nacional di Lisbona. Spazio anche al tema delle "allegorie morali" e della "vanitas", assai ricorrenti nella vicenda artistica del pittore veronese, con la significativa presenza di opere come l’Avarizia, dal Metropolitan Museum di New York, e con soggetti di grande originalità ed impatto emotivo. Chiude la mostra la sezione che esplora il tema religioso, verso il quale il Ligozzi si mostrò sempre sensibile, con opere come il Martirio dei Quattro Santi Coronati di Ravenna ed il San Giacinto in adorazione della Vergine col Bambino, da Palazzo Mansi (Lucca).

L'esposizione è stata inaugurata il 26 maggio con una presentazione tenutasi nella suggestiva Sala Bianca di Palazzo Pitti, alla quale noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo avuto il piacere di essere invitati, avendo contribuito con le nostre immagini ad illustrare il catalogo. Con una campagna fotografica resa impegnativa dalla collocazione critica di alcune delle opere che abbiamo ritratto, siamo onorati di aver potuto mettere la nostra esperienza al servizio di un progetto ambizioso, che siamo convinti saprà restituire al lavoro di questo artista il riconoscimento che merita.

A seguire alcuni link a pagine con notizie approfondite sulla mostra:

Un Anno ad Arte 2014 | Ligozzi

Polo Museale Fiorentino | Mostre - Jacopo Ligozzi "Pittore Universalissimo"

La Repubblica Firenze | Arte: Firenze, prima monografica dedicata al pittore Jacopo Ligozzi

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Pubblicato in Eventi

Se oggi Firenze può esibire molti dei capolavori artistici che hanno contribuito a renderla celebre in tutto il mondo, il merito è della determinazione e della lungimiranza politica di una donna, Anna Maria Luisa de' Medici. Fu lei, infatti, ultima discendente del ramo granducale mediceo, a fare in modo che l'immenso patrimonio artistico e librario accumulato nei secoli dalla sua famiglia rimanesse a Firenze dopo la morte del fratello Gian Gastone, ultimo erede della dinastia. 

Figlia terzogenita del Granduca Cosimo III e della Principessa Margherita Luisa d'Orléans, Anna Maria divenne Elettrice Palatina in seguito alle nozze con Johann Wilhelm von Pfalz Neuburg, Principe Elettore del Palatinato. Rimasta vedova, fece ritorno a Firenze, dove nel 1737, anno della morte del fratello, stipulò coi Lorena il famoso "Patto di famiglia", col quale il potente casato si impegnava ad esercitare il suo diritto ereditario sul Granducato di Toscana garantendo però la permanenza delle opere d'arte dei Medici nella loro città e nel loro Stato.

A 270 anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1743, Firenze ha voluto rendere un doveroso omaggio a questa donna e al suo amore per la città con una mostra dal titolo "Arte e Politica. L'Elettrice Palatina e l'ultima stagione della committenza medicea in San Lorenzo", che ne ripercorre le fasi cruciali della vita, con particolare attenzione agli anni del suo impegno per l'arte e per la politica fiorentine, che le valsero l'appellativo di "Principessa Saggia".

La mostra, allestita presso il Museo delle Cappelle Medicee e inaugurata l'8 aprile 2014, si articola in 5 sezioni, presentando al pubblico anche le rarità emerse da nuove ricerche e i risultati dei recenti interventi di risanamento della sepoltura e di restauro di parte dell'importante corredo funebre della Principessa. Si parte da L’infanzia e gli anni giovanili al Poggio Imperiale per poi passare a La giovinezza e il matrimonio, dove spicca la celebre "Allegoria degli Elettori palatini come protettori delle Arti", di Bartolomeo Van Douven; quindi Il rientro a Firenze e l’impegno per la chiesa di famiglia, nucleo centrale dell'esposizione e infine La morte, con incisioni e pubblicazioni dell’epoca ed oggetti rinvenuti nella tomba, fra i quali due medaglie d’oro, due monete e la targa dedicatoria, mai esposti in pubblico prima d'ora.

Con la sua campagna fotografica, Foto D'Arte Firenze ha contribuito ad illustrare il catalogo della mostra, edito da Sillabe e curato da Monica Bietti, curatrice anche dell'esposizione. Per noi un incarico prestigioso ed un'esperienza densa di significato, che valorizza il nostro impegno al servizio dell'arte fiorentina attraverso la celebrazione di una personalità a cui Firenze sarà sempre riconoscente.

A seguire, alcuni link a pagine con aneddoti storici e informazioni sull'evento e il video di RepubblicaTV. In allegato, un estratto del catalogo tratto dal sito di Sillabe Editore.

Polo Museale Fiorentino | Mostre - Arte e Politica. L'Elettrice Palatina e l'ultima stagione della committenza medicea in San Lorenzo

La Nazione Firenze | Cultura - Una mostra in onore dell'Elettrice Palatina

Arte e Arti Megazine | La Principessa Saggia. L'Elettrice Palatina e il Patto di famiglia 


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze 
Pubblicato in Eventi

Importante iniziativa didattica quella ideata da due insegnanti di Storia dell'Arte del Liceo "Leonardo Da Vinci" di Firenze, Lucia Betti e Antonella Borgognoni, col patrocinio delle Soprintendenze (Polo Museale e Territorio), dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, dell'Osservatorio dei Mestieri d'Arte (OMA) dell’Ente Cassa e della Parrocchia di S. Felice in Piazza: cento ragazzi delle classi terze e quarte, guidati da professionisti del settore, hanno potuto apprendere le prime nozioni dell'arte del restauro pittorico.

Il progetto è stato presentato il 5 marzo 2012 all'Auditorium dell'Ente Cassa, alla presenza del direttore Renato Gordini, del Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti, della Soprintendente per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per Firenze, Pistoia e Prato Alessandra Marino, del Dirigente scolastico del Liceo "da Vinci" Donatella Frilli e si è svolto nell'arco di sei lezioni-laboratorio. 


© Foto D'Arte Firenze

Gli studenti, suddivisi in gruppi, sotto la guida dei restauratori Sabrina Cassi e Gianmaria Scenini assistiti dal chimico Umberto Mazza di Phase Restauro S.r.l., ditta che ha fornito i prodotti per l'intervento, hanno lavorato su quattro antiche tele: "San Giorgio e il drago", di autore ignoto del XIX secolo, proveniente dal Convento dell’Abbazia di Vallombrosa, "La Deposizione nel sepolcro", di scuola toscana del XVII secolo, di proprietà dell'Ente Cassa, "Ufficiale", di autore ignoto del XIX secolo, dalla Casa parrocchiale di San Felice in Piazza a Firenze e "La Maddalena", della scuola settecentesca di Guido Reni, proveniente dai Depositi degli Uffizi. Quest'ultimo dipinto, dopo il restauro, è approdato addirittura nello Studio della Presidenza della Camera dei Deputati.

© Foto D'arte Firenze

Noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo avuto il piacere di partecipare all'iniziativa in qualità di docenti, curando la campagna fotografica di documentazione degli interventi di restauro. Nell'arco dei vari incontri, abbiamo introdotto gli allievi all'utilizzo della fotografia come strumento di indagine diagnostica nell'ambito della Conservazione dei Beni Culturali, così come vuole il protocollo della Soprintendenza, soffermandoci in maniera particolare sull'importanza del lavoro di documentazione visiva a supporto dell'attività del restauratore. E' stata per noi un'esperienza estremamente coinvolgente e stimolante sostenuta dall'entusiasmo e dalla curiosità dei giovanii studenti ai quali ci auguriamo di aver offerto spunti utili alla loro futura formazione.

Alcuni scatti di backstage

 

© Foto D'Arte Firenze

Di seguito, alcuni link a pagine che parlano dell'iniziativa:

Osservatorio dei Mestieri d'Arte | Eventi e News - Al via il progetto "Restauro in diretta": 100 studenti "recuperano" quattro antichi dipinti

Osservatorio dei Mestieri d'Arte | Eventi - Il progetto "Restauro in diretta" approda alla Presidenza della Camera

Ente Cassa di Risparmio di Firenze | Blog - Progetto "Restauro in diretta": sei lezioni laboratorio su tele messe a disposizione da Soprintendenze, Ente Cassa di Risparmio, Parrocchia di San Felice

La Nazione Firenze | Cronaca - Progetto "Restauro in diretta". Cento studenti al lavoro coadiuvati da restauratori ed assistenti


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Progetto Scuola 'Restauro in diretta'
Pubblicato in Fotografia per l'arte

Situata nel cuore storico di Firenze, all'interno del complesso edilizio di San Lorenzo, con i suoi 11000 manoscritti e i suoi 2500 papiri egizi la Biblioteca Medicea Laurenziana custodisce un tesoro librario unico al mondo per importanza filologica e artistica, che riflette, in particolare, alcune delle tappe fondamentali della storia del Rinascimento fiorentino.

In seguito ad interventi di ammodernamento, che videro impegnato anche Filippo Brunelleschi, la struttura fu destinata ad ospitare il patrimonio di manoscritti della famiglia medicea e l'ascesa al soglio pontificio di Giulio de' Medici (Clemente VII) diede impulso all'idea maturata in precedenza da Lorenzo il Magnifico di trasformare i locali in una biblioteca pubblica. Il nuovo papa affidò il progetto a Michelangelo Buonarroti, che riorganizzò abilmente gli spazi ricavando una vasta sala di lettura ed un secondo locale di consultazione. 

I lavori si interruppero con la partenza di Michelangelo da Firenze e la morte improvvisa dell'illustre committente, per poi riprendere vent'anni più tardi grazie al granduca Cosimo I, che fece inaugurare la biblioteca nel 1571, dopo aver trasformato l'originaria sala di lettura michelangiolesca in un elegante vestibolo d'ingresso a sviluppo verticale, con una mirabile scalinata realizzata in pietra serena dallo scultore Bartolomeo Ammannati su disegno dello stesso Buonarroti.

Quella che doveva essere la sala secondaria costituisce invece l'attuale sala di lettura, caratterizzata da un lungo corridoio fra due file di banchi, detti plutei, aventi funzione di leggio e custodia e illuminati da un mirabile ciclo di vetrate recanti i simboli dell'araldica medicea in un tripudio di motivi a grottesca, armi, emblemi e putti alati, riferibili probabilmente a maestranze fiamminghe su disegno di Giorgio Vasari

Realizzate per ultime, queste vetrate hanno subito in passato diversi restauri. L'ultimo intervento, avviato nel 2003 per l'aggravarsi della situazione conservativa, è stato realizzato grazie all'Opificio delle Pietre Dure, antico Istituto fiorentino nato sotto il patrocinio di Ferdinando I de' Medici.

Essendo stati inseriti nell'elenco 2013 di Operatori Economici per servizi di documentazione fotografica di Beni Culturali, noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo potuto seguire le delicate fasi di restauro, che in parte hanno richiesto il trasferimento delle vetrate all'interno del laboratorio dell'Opificio. Un'esperienza per noi "esclusiva" ed estremamente affascinante, vissuta al fianco del direttore dei lavori Rosanna Moradei e del restauratore Daniele Angellotto e che ci ha permesso di osservare da vicino la rinascita di questi autentici capolavori dell'arte vetraria, cornice perfetta di un luogo che ancora oggi, a distanza di secoli, rimane uno dei poli artistico-culturali più importanti al mondo.


Vetrata n.18 prima e dopo l'intervento di restauro © Foto D'Arte Firenze

Di seguito il link con la presentazione ed i dettagli dei lavori:

Biblioteca Medicea Laurenziana | Restauro del ciclo di vetrate

Opificio delle Pietre Dure (OPD) - Ciclo di vetrate del Salone di Michelangelo


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Biblioteca Medicea Laurenziana | Piazza S.Lorenzo, 9 Firenze
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A Fonterutoli in Castellina in Chianti, nella splendida campagna senese, ogni giorno vive e si rinnova il rito millenario della forgiatura del ferro.

Qui, in una bottega immersa fra vitigni e uliveti, la famiglia Bernabei continua a tramandarsi, di generazione in generazione, i segreti dell'antica arte del ferro battuto, perpetuando una tradizione artigiana risalente al 1700.


© Simone Baroncelli & Foto D'Arte Firenze

Durante la sua secolare storia, con gli strumenti di lavoro passati di padre in figlio, questa famiglia ha plasmato opere di ogni tipo, da oggetti di uso quotidiano a realizzazioni artistiche più elaborate. Cancelli, testiere, ma anche cavalli, pesci, rose: da un singolo elemento in ferro, forgiato a caldo e battuto dal martello sull'incudine può nascere e prendere forma qualsiasi idea, dalla più semplice alla più complessa.


© Foto D'Arte Firenze

Oggi, la storia prosegue con Giovanni e Tommaso, che con la passione ed il talento ereditati dal padre Eugenio, onorano la tradizione artigianale di famiglia adeguandola alle esigenze tecniche e stilistiche del nostro tempo. Dalla loro fucina, oltre a prodotti come infissi e cancelli in ferro pieno, garanzia di sicurezza e durata nel tempo, escono opere di arredo interno ed esterno in stile classico e moderno, ma anche opere scultoree di pregevole concezione. Realizzazioni uniche, rigorosamente Made in Italy, alcune delle quali sono andate ad arredare importanti chalet in Svizzera, ville in America, cantine del Chianti e d'Italia.


© Foto D'Arte Firenze

Nella convinzione che una cultura così antica debba essere salvaguardata, ma anche celebrata, Giovanni e Tommaso hanno pensato di affidarne il racconto ai moderni mezzi di comunicazione, incaricando la Binergy di progettare il loro sito web (www.ferrobattutobernabei.it).

Assieme a Marco Bisi della Binergy, con cui da tempo abbiamo instaurato un rapporto di stretta collaborazione, ci hanno così accolti nella loro bottega, dove abbiamo realizzato il reportage fotografico per la parte grafica del progetto. Per noi di Foto D'Arte Firenze, un'esperienza affascinante, vissuta tra strumenti di lavoro secolari, superbe creazioni e ispirata dalle parole appassionate di Giovanni e Tommaso, nelle quali i 300 anni di epopea familiare vibrano fieri come il suono antico del martello sull'incudine, quel suono che dà la forma al ferro, dall'inizio dei secoli fino ad oggi.

 

© Foto D'Arte Firenze

 


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze & Marco Bisi | Binergy @ Ferrobattuto Bernabei - Strada Statale 7, Loc. Fonterutoli, Castellina in Chianti (Siena)
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Pur rappresentando la descrizione di un attimo, uno scatto fotografico porta sempre con sé una storia ad arricchirne il significato. Nell'ambito della fotografia per l'Arte, l'attimo deve essere creato, costruito e la storia che lo accompagna è la biografia dell'idea o della soluzione che ispira il gesto creativo e si fa esperienza.

Fotografare per l'Arte, infatti, significa ritrarre opere ed ambienti mirabili in scatti dove i colori e la descrizione delle forme e dello spazio siano quanto più fedeli alla realtà. Per questo è essenziale curare nei minimi dettagli la fase di allestimento del set fotografico, al fine di creare le condizioni di luce ideali per ottenere il massimo dalla fase di ripresa e di post-produzione. E' sicuramente il momento più impegnativo del nostro lavoro, perché implica spesso il doversi misurare con situazioni ambientali dalla spazialità critica, troppo imponente per essere illuminata in una sola volta o troppo esigua per consentire di accedervi agevolmente. Ma è anche il momento professionalmente più stimolante, perché la ricerca della soluzione a quelle problematiche è il presupposto necessario alla nascita di nuove idee e alla sperimentazione di tecnologie e metodi indispensabili per rimanere al passo coi tempi.

E' questa sfida quotidiana, unita al piacere della scoperta di luoghi dall'atmosfera unica e alla sensibilità acquisita nell'incontro con l'arte, a dare forma alla nostra esperienza. Un'esperienza che si è rivelata preziosa nel raggiungimento di importanti traguardi e che noi di Foto D'Arte Firenze mettiamo volentieri a Vostra disposizione, un'esperienza che ancora oggi continua a ricordarci come dietro ad uno scatto ci sia sempre una grande storia da raccontare.

Una selezione di immagini e video di backstage

© Foto D'Arte Firenze

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